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STINSON  L5  Sentinel
riproduzione in scala: 1/3,75

 

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            Erano tre tavole ingiallite dal tempo e raffiguravano  la riproduzione in scala 1:3,75 dello Stinson L-5 Sentinel; in alto la data, Novembre 1974, la firma ‘G.Fantini’, apertura alare cm 275, fusoliera cm. 195, motore FOX 78, peso 6-7 Kg.. Una cosa in particolare attirava la mia attenzione: il grande abitacolo. Avevo finalmente trovato il modello che cercavo, quello che mi avrebbe permesso di portare avanti un progetto già parzialmente realizzato ed applicato su un Piper Cub, dove avevo montato un congegno che  permetteva di effettuare più lanci consecutivi nello stesso volo. La cosa però non era mai stata perfezionata ed il sogno era rimasto come pure il prototipo del ‘lanciatore multiplo’.
Ho cominciato così  la costruzione dello Stinson, con l'obiettivo di ottenere un modello semplice e rilassante, un farfallone che mi avrebbe fatto divertire, fatto ritornare un po’ bambino con il lancio di paracaduti, caramelle, coriandoli e traino striscioni e, forse, avrebbe offerto un insolito  spettacolo al campo di volo. Ma, a forza di aggiungere dettagli e particolari, mi sono ritrovato a fine lavoro con una semi-riproduzione  mancante di un abitacolo, all’interno del quale posso però inserire un grosso cestello: progetto definitivo del ‘lanciatore multiplo’. E’ vero, manca anche il cruscotto ma per questo c’è tempo tutto l’inverno. Nel frattempo, approfittando delle belle giornate autunnali, ho provveduto al collaudo non tanto delle doti di volo del modello in , ma delle attrezzature di bordo, ossia lanciatore e altra particolarità: l’avviamento elettrico con corona e pignone ad innesto montato su motore OS 4T FS-120 Surpass II.  Risultato: funziona tutto perfettamente, compreso l’impianto  radio che mi lasciava un po’ perplesso per le possibili  interferenze poichè ho usato tondini di carbonio per costruire la struttura interna dell’abitacolo che è portante delle baionette alari.  Per unire i tondini di carbonio nelle varie diramazioni ho brasato spezzoni di tubetto di ottone opportunamente tagliati ad angolo, all’interno di questi ho inserito e incollato il carbonio con colla epossidica. Anche il supporto motore è in carbonio: in questo caso i rinforzi che ne completano la struttura sono uniti con legature in Kewlar e colla cianoacrilica. Il blocco motore-avviamento è montato su silent-block recuperati dai supporti dei motorini  tergicristallo delle autovetture. Ali, fusoliera e parti mobili del timone di coda sono ricoperti in tela. Ho usato una comune tela commerciale a base di cotone il cui peso si aggira intorno ai 60 gr./mq. E’ facilmente reperibile, in una ventina di colori,  nei negozi di tessuti sotto  il nome  di ‘ponginette Bemberg’. E’ la prima volta che la uso e devo dire che il risultato è ottimo se viene stesa umida (bagnata e ben strizzata) su un sottile strato di Vinavil leggermente diluita e applicata a pennello. Risultati ancora migliori per grandi superfici si ottengono se prima viene stesa una mano di turapori sulle parti da rivestire in modo da ritardare  il rapido assorbimento della colla stessa direttamente su legno. Dopo aver lasciato asciugare per un giorno intero ho rifilato gli eccessi sporgenti e applicato  una successiva mano di Vinavil diluita al 25-30% in modo da impermeabilizzare il tessuto. Fibra e resina le ho invece usate per la nacca motore, il terminale di coda e le gocce che ricoprono l’attacco dei carrelli in fusoliera. Il piano orizzontale di coda, sul quale è inserito il servo del timone di profondità,  è amovibile;  due baionette in carbonio e due viti  lo mantengono correttamente posizionato e fissato alla fusoliera . Il carrello anteriore è in tubo di alluminio leggermente rastremato all’estremità inferiore, mentre quella superiore poggia su tamponi di gomma che fungono da ammortizzatori. Quello posteriore è in tubetto di ottone; i punti soggetti a maggiore sforzo li ho rinforzati aggiungendo all’interno un secondo tubetto di diametro inferiore; le giunzioni sono saldate a ottone.  Maggior tempo ho dovuto dedicare alla realizzazione della nacca motore. Ho sagomato il master (maschio) in polistirolo e l’ho rivestito di carta e Vinavil; dopo averlo lisciato e  stuccato l’ho ricoperto con pellicola domopak trasparente e su di esso ho ricavato due semigusci in fibra che ho poi unito. Successivamente ho aggiunto le prese d’aria (costruite a parte sempre in fibra su master in polistirolo), e infine ho ritagliato gli sportelli. Per ricavare le lunghe cerniere ho utilizzato la guaina di un piccolo bauden sulla quale ho avvolto due strati di fibra da 40 gr. e resina  lasciandola uscire per qualche centimetro da un lato in modo da ottenere un bordo. Ad essiccazione avvenuta ho tagliato la striscia in spezzoni di circa 1,5 cm. che ho poi infilato su filo metallico  alternando un bordo a destra e un altro a sinistra. Allo stesso modo sono realizzate le quattro cerniere delle finestre. Non sempre ho seguito i disegni, in certe situazioni ho dovuto cercare soluzioni diverse compatibili con le mie esigenze. Del resto, per poter ricavare il grosso buco nella pancia (in modo da poter infilare  il cestello) ho dovuto  irrobustire la struttura esterna. In molti punti ho rivestito su entrambi i lati  la balsa con uno strato di tela leggera  (20 gr./mq) e Vinavil . E’ questo il caso delle pareti dell’abitacolo, delle porte e dei piani di coda (parti fisse) che sono in balsa da 2 mm..
Metti di qua, aggiungi di la, alla fine la pesa ha dato il suo verdetto: nove chilogrammi (comprese  batterie radio e batteria avviamento - esclusa miscela e ‘lanciatore’). Ho esagerato? Può darsi. Sta di fatto che lancia… traina… e sgancia: proprio come volevo. Mi resta solo un cruccio: riuscirò mai ad  accendere e lanciare anche un grappolo di petardi senza far saltare la fusoliera?
Grazie per l’attenzione.
Piero RASTELLO